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al testo di Ivan Pozzoni
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Preso, catturato dalle fitte reti di materassi ad acqua ossigenata, non canto, canarino albino reso esausto da escoriazioni o ferite, non canto, né consegno, docile, alle vostre mani tese stupidi biglietti della fortuna, della sfortuna.
La stagione dei massacri è aperta, nelle riserve indiane ormai adibite a riserve di caccia; i cani, addomesticati, abbaiano; i cani, sgrassati, oliati, uccidono.
Le mie licenze, poetiche, di caccia, di pesca, non riescono, a coprire, con suoni mistici, colori sismici, il ringhiare, furioso, l'abbaiare, insensato, dei molti cani, allevati, in batteria, nelle comode celle di canili metropolitani.
[Versi Introversi, 2008] |
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